lunedì 14 maggio 2018

Fruit tart|Corona di crostata con frutta di Natalia

Molti sono convinti che aprire un blog possa dare una svolta lavorativa alla propria vita... 
Indubbiamente il blog può offrire delle opportunità a patto che dietro ci sia un impegno serio, costante, supportato da tanta passione e che non si raccontino frottole. Il rapporto di fiducia che si crea con i lettori è l'unica vera ricchezza di un blogger serio. 

fruit_tart_di_Natalia_Cattelani
Di nessuna utilità, a mio parare, è legarsi a doppio filo a gruppi o gruppetti, sperando che il leader di turno "tiri la volata" per tutti. Ciascuno pensa sempre e solo a sé stesso, anche se vi darà l'impressione che stia lavorando alacremente solo per voi...  Fesserie! Contano solo i rapporti che si costruiscono sulla stima reciproca e sulla condivisione dei valori della correttezza e dell'onestà a tutto tondo.
Non vi illudete se vi propongono di "fare rete" se non c'è alla base un rapporto paritario. In poco tempo sarete costretti a lavorare, senza retribuzione, sia chiaro, alle dipendenze un capo dispotico, il quale, con l'unica autorevolezza attribuitasi da sé stesso, dalla sua presunzione, dalla sua spocchia, finirà per portare acqua solo ed esclusivamente al suo mulino sfruttando il vostro lavoro a suo uso e consumo. Aprite gli occhi.
Il percorso di un bravo blogger è in solitaria. Soltanto così potrà emergere dalla massa, sempre che ne abbia realmente le capacità! E allora sì che arriveranno le proposte serie...Sta poi a ciascuno saperle sfruttare sempre tenendo conto che di lavoro vero si tratta e non di un gioco per casalinghe annoiate.
 E Natalia di capacità ne ha da vendere! Partita da un blog, come tutti noi, è approdata alla Prova del Cuoco su Rai uno distinguendosi per garbo, simpatia e correttezza. 
Le sue ricette a prova di dummies, non sono frutto di improvvisazione o copia/incolla selvaggi ma il risultato reale di approfondimenti e sperimentazioni sul campo, conditi dalla sua capacità di interpretare in maniera del tutto personale anche le mode del momento, sempre senza lasciarsi prendere troppo la mano.
Insomma le ricette di Natalia Cattelani che potrete trovare anche  sul suo nuovo libro "I dolci di casa" sono quanto di più affidabile oggi offra il panorama culinario. Ricette semplici, abbiamo detto, per famiglie, per mamme normali che non vogliono giocare a masterchef ma  che desiderano portare in tavola tutti i giorni qualcosa di buono che appaghi la  propria famiglia.

Fruit_tart

Insomma, se seguite Natalia Cattelani,  anche guardando le sue dirette Facebook, sono certa che vi innamorerete delle sue ricette così come è accaduto a me. La fruit tart, ad esempio, da quando l'ho vista la prima volta, l'ho già rifatta due volte. Facile, fresca, leggera, per questa stagione, è davvero perfetta! Cliccando sul link vedrete anche le sue foto del passo passo. Che volete di più dalla vita? ;)

Fruit tart|Corona di crostata con frutta  di Natalia

crostata_di_frutta

  • Ingredienti per 12 persone
  • Per la base:
  • 250g di farina 0 (ho provato anche con 00 oppure con un mix gluten free)
  • 100g di zucchero semolato
  • 100g di burro
  • 1 uovo intero
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci
  • buccia grattugiata di limone bio o estratto di vaniglia
  •  
  • per la crema senza cottura
  • 200g di panna da montare
  • 200g di ricotta (pecora o mucca)
  • 100g di formaggio cremoso (philadelphia o mousse philadelphia)
  • 100g di zucchero a velo
  • buccia grattugiata di limone ( oppure estratto di vaniglia)
  •  
  • Frutta fresca  a piacere 
  • 1 cestino Fragole
  • 1/2 vaschetta di Mirtilli
  • 2 kiwi
  • Un frutto giallo di stagione o sciroppato (pesca ),
  •  ( ho usato fragole, kiwi, albicocche pesche  e ciliegie sciroppate)

Preparate la base : unite alla farina il burro, fate assorbire bene poi aggiungete lo zucchero , l’uovo intero e il lievito, lavorate velocemente fino a formare un impasto che potete far riposare oppure lavorare subito.

Stendete la pasta  con il mattarello  sopra un foglio di carta da forno e ricavate un disco per una teglia da 28cm di diametro.
Togliete la carta da forno in eccesso e trasferite il disco nella teglia con i bordi imburrati.
Con l’aiuto di un coppa pasta o di un bicchiere ricavate un cerchio al centro e togliete la pasta in eccesso riposizionando il tagliapasta ben imburrato, con questa si potranno  fare a piacimento i bordi della torta sia esterni che interni e preparate dei biscottini che andranno a decorare la torta.Bucherellate bene e cuocere nel forno a 180 gradi per circa 20 minuti.

Fate raffreddare prima di sformare.
Preparate la crema senza cottura.
Montate la panna e mettete in frigorifero.
Setacciate in una ciotola  lo zucchero a velo, aggiungete  la ricotta e il formaggio sempre setacciati e con l’aiuto della frusta mescolate per lavorare bene, unite la buccia di limone e la panna montata.
Inserite la crema in una tasca da pasticcere e distribuitela a ciuffetti sulla base della torta già appoggiata sul piatto da portata.
Decorate con la frutta.



fruit_ tart
Buona settimana a tutti,

Ornella

Testi ed immagini sono protetti dalla legge sul diritto d'autore n. 633/1941 e successive modifiche.

giovedì 8 marzo 2018

Pan d'arancio di Letizia|torta dei benedettini

Giorni fa si discuteva  amabilmente su facebook con Luciano Pignataro(*) di un tema sempre "caldo" tra gli addetti ai lavori. Meglio la tradizione o l'innovazione? Pignataro sosteneva di aver mangiato il miglior "riso, patate e cozze"  mai assaggiato in vita sua, cucinata a mo' di risotto da un talentuoso chef di origine pugliese.
Come ho sempre affermato più volte, non ho mai sostenuto  a priori la tesi "talebana" della tradizione ad ogni costo, ma al contrario, ho sempre ritenuto che tutte la varianti siano accettabili a patto che, per ogni piatto, si conservino inalterate almeno alcune caratteristiche peculiari.  Siano esse di forma o di sostanza, a seconda dei casi, dovrebbero comunque evocare la ricetta antica, se il nome rimane lo stesso.  Voli pindarici, stravolgimenti, aberrazioni, non mi convincono proprio. Lo stesso chef, autore del risotto mangiato da Pignataro, dice chiaro e tondo in un commento che il suo piatto più che un'innovazione è un omaggio alla sua terra della cui tradizione culinaria va fiero.
Insomma non si possono"miscare scuerzele e fave" mettendo a confronto due preparazioni differenti che non sono simili né per la sostanza néper la forma.
Tipico esempio di un'innovazione ben riuscita, secondo me? Il Calzone di cipolla di Maria Cicorella che oltre agli ingredienti indispensabili (cipolla\sponsale) conserva intatte le le caratteristiche tipiche della tradizione pugliese:cremosità, croccantezza, dolcezza\sapidità, acidità.





Andiamo  adesso alla ricetta di oggi: il Pan d'arancio di Letizia Bruno del blog Sogni di zucchero che in tantissimi hanno sperimentato in questo gruppo FB  qui. E'uno dei pochissimi di cui mi fido ... Anzi, senza far torto a nessuno,è l'unico!:D 
Non vi dico quante Torte al formaggio e Pizze ricresciute nonché peschine di Prato o Pane per toast abbiano sfornato nel corso di questi anni..
 Tutte ricette di Paola Lazzari (la mia impareggiabile socia) che Paoletta Sersante aveva, a suo tempo, già magistralmente proposto su Anice&Cannella
Questo post, oltre che giusto riconoscimento a Letizia Bruno, intende essere il nostro ringraziamento a tutte queste splendide amiche di cucina.
C'è da premettere che la ricetta fa di Letizia  fa riferimento esplicito ad un dolce di tradizione siciliana molto antica. Il Pan d'arancio\a , detto anche Torta dei benedettini, è conosciuto a Catania come dolce tipico preparato dalle suore nell'antico e splendido convento di San Nicolò l'Arena.  La ricetta originale, nata forse come ricicla-scarti,  ha la particolarità di utilizzare  le arance con tutta la buccia.  
Possiamo oggi pensare mai di riproporre pari pari la  ricetta delle monache senza tener conto delle innovazioni tecnologiche delle quali attualmente disponiamo? Che differenza ci sarebbe tra un'arancia ridotta in purè a mano da una frullata al mixer? Tutto qui? No! Letizia, lasciando inalterate le proporzioni degli ingredienti,  ha semplificato al massimo il procedimento.  E dunque se le suore erano solite procedere facendo tutto a mano, montando le uova separate con lo zucchero, mescolando  delicatamente le polveri per non smontare il composto, Letizia invece procede con la tecnica dei Muffin (ingredienti secchi  e ingredienti liquidi amalgamati tra loro e uniti insieme con una semplice forchetta o un cucchiaio da tavola). A questo punto sarebbe lecito domandarsi se il procedimento adottato da Letizia modifichi  il risultato finale tanto da poter affermare che si è cucinata un'altra cosa. Certamente la consistenza del cake sarà differente, ma sempre un dolce al  profumo d'arancia, con le identiche proporzioni degli ingredienti sarà!
Andando nel dettaglio, devo aggiungere che la ricetta originale oltre al procedimento differente, prevede il 50% di farina di mandorle e l'olio extravergine.
Fatte , dunque, tutte queste doverose premesse, andiamo alla ricetta del Pan d'arancio di Letizia Bruno.

 (*) Per i pochi che non lo conoscono, Luciano Pignataro è un giornalista che fa il blogger di food e wine.

Pan d'arancio di Letizia|torta dei benedettini




Ingredienti:

1 arancia intera preferibilmente con buccia sottile ( o due mandarini)

300 gr di farina

250 gr di zucchero

100 gr di latte

100 gr di olio di semi
Vaniglia
Una bustina di lievito per dolci
3 uova intere
poco zucchero a velo


Tagliare a cubetti l' arancia intera e ridurla in purea. Aggiungere il latte, l' olio, le uova precedentemente sbattute. In una ciotola setacciare insieme tutti gli ingredienti secchi. Unire ingredienti secchi agli umidi e mischiare grossolanamente con una forchetta. versare nello stampo precedentemente imburrato e infarinato; cuocere a 165 C' per circa 40 minuti. Da freddo, spolverare con zucchero a velo. 




Ho usato lo stampo Créme di Pavoni. Il risultato, non ha bisogno di commenti:
 lo vedete in foto. ^_____^

note mie: 
Se vi aspettate un dolce soffice e spugnoso potreste restarne delusi. Il cake è compatto, umido e profumatissimo. Al primo assaggio mi è sembrato molto dolce, ma questo dipende sicuramente dalla qualità di arance che si utilizza. Dà il meglio di sè il giorno dopo, migliorando decisamente sia per consistenza che per  sapore.  Avvolto in pellicola, si conserva benissimo, umido e profumato, per molti giorni, anche per una settimana.



 Arrivederci al prossimo esperimento, 

Ornella 

Testi ed immagini sono protetti dalla legge sul diritto d'autore n. 633/1941 e successive modifiche.
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