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mercoledì 25 ottobre 2017

Polpette di pane|Variazioni sul tema|La ricetta perfetta

Spesso traggo spunto da ciò che ci accade in rete per fare qualche riflessione sul nostro lavoro, sui lettori e su quello che in realtà cercano in un blog.
 Il tema tra i blogger di food è abbastanza caldo per via del successo inspiegabile in termini di numeri  di accesso o di fan -a volte farlocchi- di siti o blog che pubblicano contenuti alquanto discutibili.


 Le aziende (e le loro agenzie) si fanno abbagliare da cifre a più zeri, convinte che questi blog/siti abbiano una buona reputazione e dunque possano influenzare i loro lettori negli acquisti di ingredienti o carabattole varie per la cucina. Offrono perciò lavoro, a volte retribuito in danaro, altre in cambio merce, a veri e propri spacciatori di ricette perfette per modo di dire. Sorvolo sul fatto che truccare i numeri*(anche acquistando follower, commenti  e like) potrebbe configurare un vero e proprio reato di truffa, ma  voglio soffermarmi, invece, sulla ragione per la quale la scarsa qualità dei contenuti proposti attiri tanti consensi. 
Tralasciando anche la pratica ormai consolidata dei copia/incolla selvaggi o delle furbesche modifiche di una piccola percentuale di uno o più ingredienti, ovvero della vera e propria truffa  perpetrata a danno dei lettori con torte, focacce, croissant ecc. comprati e fotografati, le cui ricette non daranno mai il risultato delle foto, mi sono domandata cosa  in realtà cerca il lettore medio in un blog di cucina.
Io per prima, se cerco una ricetta in rete, vorrei che mi riuscisse bene al primo colpo senza tanti sbatti da psicopatica. Epperò non sempre è possibile, anzi diciamolo chiaro quasi mai, perché la cucina ha mille variabili che vanno dall'abilità del cuoco fino addirittura alle condizioni climatiche. Ci avete mai pensato? Allora quando leggo nel titolo "La ricetta perfetta di questo o quell'altro..." drizzo le antenne. ^_^
E perché, direte voi? Non è forse proprio la ricetta perfetta che stavi cercando?
E no no, cari miei, dipende...
Innanzitutto ricetta perfetta per chi e per cosa? Indubbiamente per chi scrive perchè, magari dopo mille tentativi, ha finalmente trovato quella ricetta che soddisfa il suo gusto o gli evoca la migliore mai mangiata. E poi perché è ben spiegata, facile da realizzare, che può - e sottolineo può- venir bene a chiunque al primo colpo. Anche qui da noi su Ammodomio troverete ricette perfette, secondo noi, che hanno avuto un gran numero di consensi da chi le ha provate e trovate ottime. 
Può esistere però una ricetta perfetta di pasta frolla, di pasta choux, di impasto per focacce, di pan di Spagna, di besciamella ecc ecc...? Che intendiamo per perfetta se  parliamo di una ricetta di base? **
Che sia ben bilanciata, che utilizzi ingredienti canonici secondo i sacri testi e  che sia la migliore per l'utilizzo che ne vogliamo fare. Ecco il punto fondamentale! Se vogliamo preparare una crostata, dei biscotti, dei pasticcini da tè, oppure un Paris-Brest o dei semplici bignè, dovremo usare combinazioni di pasta frolla o di pasta bignè, con percentuali differenti degli stessi ingredienti ed anche, in alcuni casi, con tecniche diverse. Da qui non si scappa. 
Dunque, siccome non stiamo nella vostra testa e non possiamo immaginare quello che voi intendete per ricetta perfetta, vi possiamo raccontare quello che abbiamo appreso in anni di esperimenti e approfondimenti su  come modificare le dosi degli ingredienti oppure il procedimento, per ottenere quello che vi pare.  Insomma, non dico con presunzione che vi insegniamo a pescare, ma come mettere l'amo, l'esca e tenere la canna da pesca, se desiderate che il pesce abbocchi. ;)  Oppure vi aspettate che veniamo a casa vostra a cucinare ciò che piace a voi e a lavarvi pure le pentole? :D :D :D




Lo dico perché a Paola ieri è capitato di essere apostrofata in malo modo da una signora che su FB chiedeva la ricetta perfetta della pasta frolla (forse quella di sua nonna che era nella sua testa, vaiasape'). La infastidiva leggere il post dedicato: troppo complicato a suo dire,"frutLto dei soliti copia/incolla" (a noi, mo'!!!!) e peggio ancora zeppo di "lezioncine teorizzanti".... 
Naturalmente ne abbiamo riso fino alle lacrime! :D :D :D
Ecco che mi si è accesa la lampadina: il successo megalattico di certi blog|siti|trasmissioni televisive di cucina è dato dal fatto che la gente non vuole pensare, impegnarsi, riflettere, approfondire neppure su ciò che mangia! Ci si accontenta della pappa pronta, del cotto&mangiato, di tutte le cialtronerie che vengono strombazzate ad a gran voce. Il lettore comune, solo per fare pochissimi esempi, è convinto che il Kamut sia il nome di un grano antico la cui farina non ha glutine e che faccia bene alla salute; che l'olio di palma, la margarina, la vanillina, siano velenosi; il lievito di birra o quello per dolci in bustine, siano nocivi perché  composti da additivi chimici. E tanto basta per sentirsi attento al cibo che propina alla sua famiglia quotidianamente! Vabbè, mi fermo qui che è meglio. ;). 
 A margine di queste mie riflessioni scappatemi sulla tastiera del pc, mi sto interrogando ancora sull'opportunità di dare una svolta al blog e quindi di pubblicare da adesso in poi solo "ricette perfette" per certi lettori. :D  Ne parlerò con Paola...
Intanto vi lascio con un classico della cucina povera... ché noi i milioni col blog non ce li siamo ancora fatti. :D

*Gli smanettoni esperti mi hanno spiegato che esistono programmi, bot, o come diavolo si chiamano, capaci di simulare accessi multipli a blog e siti, anche a distanza. Io  sinceramente non ci capisco un accidenti, ma pare che, se mai volessi, potrei mostrare ai webmaster di altri siti, accessi farlocchi provenienti da ammodomio.  Sarà vero? Boh? Mi dicono che esistono un'infinità di trucchi dei quali ignoro e continuerò ad  l'esisenza.

** Con le ricette di base avevamo cominciato benissimo. Poi, abbiamo desistito. In fondo chi è che ha voglia di approfondire? Noi lo facciamo per nostro conto tutte le volte che ne abbiamo voglia. Voi fate un po' come vi pare. ^________^

Polpette di pane


Ingredienti:
 200-300 gr  circadi mollica di pane secco, ammollata e strizzata
4 cucchiai colmi di formaggio grattugiato (preferibilmente pecorino)
1 uovo grande o due piccole
pangrattato q.b.
uno spicchio di aglio tritatissimo
qualche foglia di prezzemolo tritato
sale e pepe q.b.
olio extravergine per friggere
almeno 1\2 litro Sugo di pomodoro già cotto

 In una ciotola ammollare il pane raffermo, strizzarlo benissimo e mescolarvi tutti gli altri ingredienti, aggiugendo in ultimo il pangrattato per ottenere la giusta consistenza. Formare le polpette rotolandole tra le mani, farle riposare circa 15 minuti prima di friggerle, poche per volta, in olio caldo, fino a che non si formerà una bella crosticina dorata. A questo punto mettere a scaldare il sugo di pomodoro e farvi sobollire dentro le polpette per 5-10 minuti. Aggiungere una foglia di basilico e servire calde.


Variazioni sul tema
 Esiste la Polpetta perfetta
Chi la vuole morbida potrà ammollare il pane nel latte e\o aggiungere all'impasto una patata lessa e schiacciata. 
Chi la preferisce più saporità potrà mescolare all'impasto un po' di vino rosso corposo. 
E se non si volesse friggerele? Niente paura:basta disporre le polpette in una larga teglia, in un solo strato, ungerle appena con un filo di olio ed infornarle per pochi minuti in forno caldo finchè non si saranno rassodate formando una pellicina in superficie. A quel punto potranno continuare la cottura nel sugo bollente.
 Le popette di pane, fatte in formato mignon, sia fritte che semplicente al forno possono essere ottime nelle zuppe di verdure.
 Passo e chiudo,

Ornella

Testi ed immagini sono protetti dalla legge sul diritto d'autore n. 633/1941 e successive modifiche.

                                                         Copyright 2009-2017© Ornella Ammodomio - All Rights Reserved


domenica 9 luglio 2017

Zucchine sott'olio

Non avevo mai provato a fare le zucchine sott'olio finché non ho assaggiato quelle di Caterina.
Donna  e cuoca straordinaria, della quale ho già raccontato QUI, mi ha fatto assaggiare una sua focaccia condita con queste zucchine. Ero certa che fossero alla scapece e invece, senza farsi pregare, lei mi ha spiegato come procedere. Tutta un'altra storia rispetto alle solite che conosciamo, e, se è possibile, ancora più buone e versatili.
 Non mi dilungo in chiacchiere e vado subito alla ricetta... Sono certa che vi piaceranno così come sono piaciute a noi.
 Non ho dosi da darvi, ma solo il procedimento. Dunque regolatevi a sentimento e una volta assaggiate, triplicherete le dosi.

Zucchine sott'olio



Ingredienti:
Zucchine (medio-piccole con pochi semi)
aceto bianco di vino
sale grosso
olio extravergine
aglio e mentuccia ( se vi piace)

 Affettare le zucchine con la mandolina a rondelle sottili ma non sottilissime. Metterle in una ciotola con un po' di sale grosso; coprire con un piatto e con un peso. Una bottiglia piena d'acqua andrà benissimo. Lasciarle sotto sale per un paio d'ore, quindi strizzarle bene dall'acqua che avranno tirato fuori e metterle di nuovo nella ciotola con l'aceto, sempre coprendole e tenendole sotto un peso. Dopo qualche ora, strizzarle benissimo ed invasarle nei barattoli di vetro  già sterilizzati. Aggiungere aglio e mentuccia ,quindi coprire con l'olio. Lasciarle a vista per un paio di giorni per rabboccare l'olio che pian piano scenderà. A questo punto si può chiudere il barattolo e conservarle.
 Per quanto tempo? A casa mia in circa 15 giorni sono finite. Caterina consiglia di dare un bollo  ai barattoli ben chiusi per massimo 10 minuti a bagno maria, se si vogliono conservare per otto nove mesi. Io non ho ancora provato, ma voi fidatevi di Caterina.

 piesse: Caterina mi ha raccontato che quando ha fretta e non vuole perdere troppo tempo, fa bollire acqua  aceto e vino bianco in parti uguali con un po' di sale, cala le zucchine per un paio di minuti; le scola e le strizza bene e poi procede ad invasarle mettendole sott'olio.
 Sulla focaccia, sule friselle, nelle insalate (anche di riso o di pasta), ma pure come semplice contorno per secondi piatti di carne o di pesce,  ovvero nei panini con salumi e mozzarella,queste zucchine sono davvero buonissime!
 Alla prossima,

Ornella

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mercoledì 7 giugno 2017

Ciliegie sciroppate|Cottura al microonde

Quest'anno si prevedeva una stagione scarsa per le ciliegie... e invece  ne sto facendo una scorpacciata. Me ne hanno regalate talmente tante, buonissime e biologiche al 100%, che  mi sono concessa il lusso di sottrarne mezzo chilo per provare una ricetta da cuocere al microonde.


 Di metodi per preparare le ciliegie sciroppate ce ne sono diversi, compresa la vasocottura, ma leggendo il suo post mi ha stregato la facilità e la velocità di esecuzione della cottura della frutta al microonde.
 Prima che finisca la stagione, vi racconto come ho fatto io. 
Il risultato è davvero strepitoso. A detta di mio marito, che ne va ghiotto, sono le migliori ciliegie sciroppate che io abbia mai preparato.

 Ciliegie sciroppate|Cottura al microonde


500 gr di ciliegie già snocciolate
250 gr di zucchero semolato
un pizzico di cannella
i semi di mezza bacca di vaniglia

Lavare, asciugare e snocciolare le ciliegie con l'apposito attrezzino, quindi metterle in una ciotola, coprirle con tutto lo zucchero  e  con le spezie già mescolate. Lasciar riposare in frigo per tutta la notte. 
La mattina dopo trasferire il tutto in un contenitore  grande, con coperchio, adatto alla cottura al microonde ed infornare alla massima potenza (H90) per 10 minuti. A questo punto dare una mescolata e far cuocere per altri 10 minuti. Invasare subito in un barattolo sterilizzato, chiudere il coperchio e capovolgere il barattolo per creare il sottovuoto.
 Usate le  ciliegie sciroppate per decorare e arricchire i vostri gelati, i vostri semifreddi o per farcire piccoli dolcetti per la prima colazione come Muffin e bocconotti. Una volta aperto il barattolo, conservarlo in frigo.
 Alla prossima,

Ornella

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sabato 4 giugno 2016

Budino al cioccolato pronto in 5 minuti|Ricetta senza zucchero, uova, burro

Alzi la mano chi non è andato mai in visibilio per un cucchiaino di quel budino buonissimo in vendita nei supermercati col nome di coppa malù... Inoltre vorrei tanto conoscere qualcuno che non abbia mai ceduto alla tentazione di comprare le bustine di preparato già pronto del tipo cameo, royal, solo per citare i più noti... Ma che bisogno c'è, dico io, di prendere 'sti benedetti prodotti già pronti - chenonsisamaibenecosac'èdentro- se per fare un ottimo budino ci vogliono veramente 5 minuti?
 Il primo post di  Ammodomio fu proprio un budino al cioccolato. Ebbe un buon successo nel forum de La Cucina Italiana. Ora però da anni ne preparo un'altra versione ancora più semplice, più leggera e più veloce.  L'ho sempre fatto a occhiometro fino a quando Ilaria non mi ha raccontato che sua figlia  Elisa va matta pe i budini. Allora ho pesato tutto e le ho inviato la ricetta con un messaggio vocale su WhatsApp. ^_^ Ormai con la tecnologia sono un drago... E chi mi ferma? :D Solo che poi l'ho cancellato e la ricetta è andata persa.^_^
 Vabbè come è andata a finire lo sapete, vero? Sennò andate a vedere in quanti modi diversi e raffinati lo prepara Ilaria, sempre partendo dalla stessa base.
Oggi però riflettevo su un altro fatto... Sull'uso smodato che si fa di prodotti pronti proprio per nutrire i più piccoli. Non li rimpinziamo forse un po' troppo di creme spalmabili, di nutelle e affini,  eccessivamente ricchi di grassi e zuccheri?
Premetto che non ho nulla contro questi prodotti... se sono in vendita non contengono  certo veleni. E'  piuttosto l'abuso che se ne fa che potrebbe essere dannoso, come per qualunque altro cibo. Se pensiamo che intere generazioni sono cresciute a merendine confezionate, a panenutelle varie, nessuno se ne scandalizza più di tanto. Io stessa, per esempio,  uso "innominabile Enne" in certi dolcetti un po' "cialtroni" tipo questo qui che ogni volta viene letteralmente divorato da grandi e piccoli. Insomma qui non siamo i  soliti gastrofighetti fissati del fattoincasatutticosti. Epperò se in molti mi  dicono che alle festicciole dei bambini oggi va a ruba esclusivamente pane e nutella qualche domanda me la faccio. Non sarà il caso di trovare qualche escamotage per diminuire zuccheri, proteine e grassi, senza modificare il gusto del risultato finale?
 Ok, la sto facendo lunga assai... andiamo alla ricetta del budino al cioccolato senza zucchero, uova e burro che ho preparato seguendo il metodo di Paola Lazzari, quello della sua crema pasticcera perfetta.
N. B. Se invece siete abituati al metodo tradizionale usate il procedimento che ho indicato ad Ilaria. Sciogliere la maizena nel liquido freddo (tutto), aggiungere il cioccolato spezzettato e portare a bollore mescolando.

Budino al cioccolato pronto in 5 minuti


Budino al cioccolato in 5 minuti


 Ingredienti:
200 gr di cioccolato fondente al 50% (*)
2 cucchiai di amido di mais (Maizena)
250 ml di latte +250 ml di acqua (**)

(*) potete usare il cioccolato che vi pare:al latte, al gianduia, oppure fondente con una percentuale maggiore di cacao. In questo caso, se il budino non vi piace troppo amaro, dovete sciogliere un cucchiaio di zucchero nel latte caldo oppure mescolare il fondente a quello  al latte nelle proporzioni che preferite.
(**) La parte liquida può essere composta da acqua e latte come faccio io, oppure da solo latte intero o scremato del tutto o parzialmente, ovvero da latte ad alta digeribilità. L'importante è che il liquido totale sia pari a 500 ml.


Stemperare bene la maizena con un poco di liquido freddo (mi raccomando che sia freddo) preso dal totale(circa mezzo bicchiere) fino ad ottenere una pastella senza grumi e non troppo densa e tenetela da parte. In un pentolino fate arrivare a bollore il latte con il cioccolato a pezzettoni. Quando il cioccolato sarà sciolto e il liquido bollente, versarvi dentro la pastella di amido e mescolare vigorosamente. In pochissimi minuti il composto si addenserà e non ci sarà rischio di grumi.  Lasciar cuocere quache secondo e togliere dal fuoco.



Versare la crema in coppette individuali; coprire con pellicola e far raffreddare in frigo. 

D'inverno,  appena fatto, bello caldo è da sballo. ;)  D'estate servire  ben freddo con panna montata o come si preferisce. Può essere inoltre un'ottima farcia per bigné e dolcetti vari...

 Buon fine settimana,

Ornella

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lunedì 11 aprile 2016

Pasta al forno

Grazie a Dio la rete non riserva solo brutte sorprese... 
Anzi una folata di aria fresca può sollevare lo spirito con l'unica leggerezza sostenibile con la quale si dovrebbe parlare di cibo.  Con eleganza e ironia. Eggià,i paragoni grevi non fanno per noi... Qualificano  invece chi li fa. ;)
Come nella vita reale gli incontri fortunati non mancano mai. E così può capitare di scoprire grandi affinità con persone che non si erano mai conosciute prima, pur vivendo a pochi chilometri di distanza.


Pasta al forno


Hai voglia a dire che l'apparenza inganna, che non è tutto oro quel che luccica perché l'immagine virtuale è distorta dal desiderio di apparire migliori (o peggiori) di quel che si è nella realtà... Dalle e dalle... la vera essenza  di un essere umano viene sempre a galla: basta saperla cogliere dalle mille sfumature che traspaiono dalle parole.
Siete curiosi di sapere di chi sto parlando?  Sarei tentata di svelarvelo all'ultimo, come l'assassino nella migliore tradizione della letteratura gialla
Vabbè dai, ve lo dico subito...  Tatadàn...
Ho conosciuto Lolita Lobosco, la protagonista della fortunata serie di romanzi gialli nata dalla penna felice di Gabriella Genisi! ^_^


Mare Nero


Essi, perché diciamolo... Gabriella un po' Lolita Lobosco lo è  per davvero. Nel suo essere una bella donna mora del sud; schietta, diretta, sincera, nonché elegante, sensibile e dolcissima. E - chevelodicaffa' ?- amante della cucina, della buona tavola, del piacere del condividere il cibo con chi si affaccia nella sua vita, come solo una donna passionale del sud sa fare. Non avete mai letto un suo libro? Poveriavvoi... non sapete che  cosa vi siete persi! Una volta letto il primo romanzo, sono certa che correrete a comprare i precedenti. Sappiate comunque che il prossimo 26 Maggio sarà in  tutte le librerie la nuova indagine Del commissario Lolita Lobosco dal titolo: Mare Nero.
 Eccovi in anteprima lo stralcio che Gabriella Genisi mi ha regalato  quando ha visto la foto del mio tegame di Pasta al forno pronto per essere infornato.


DTegame

"Mammà mi spiega che Carmela stamattina ne ha preparati sette o otto per il battesimo del bambino di certi clienti suoi, e siccome erano avanzate settantacinque polpettine, un poco di ragù, tre mozzarelle, un etto scarso di mortadella eccetera, eccoti bell’e pronto il tegame. Di alluminio vintage, manco a dirlo. Probabilmente vietato dalle nuove regole della Comunità Europea ma mammà sulle pignatte per l’uso familiare non capisce ragione, si fa come dice lei e basta."
(Da Mare Nero)
Gabriella Genisi:...è come se tu l'avessi già letto, Ornella, tegame compreso!
Chiamatela sintonia, chiamatela affinità, chiamatela come vi pare, fatto sta che l'amicamia jé bella assaje!
 E' superfluo aggiungere che sono onoratissima dal fatto che la mia ricetta compaia in appendice a Mare Nero tra le ricette di Lolita? Come per Spaghetti all'Assassina, gòngolo! ^_^

Prima di passare alla ricetta vera e propria, tre note tecniche sulla ricetta della Pasta al forno barese  originale adavére.

1)La mia amica Anna -barese barese- mi ha fatto notare che l'uovo sodo è una contaminazione della ricetta originale barese con la versione che si prepara in provincia  di Bari oppure con la Pasta al forno jonico-salentina.
2) A Bari in molte preparazioni al forno, come per esempio nella Parmigiana, la mortadella può essere sostuita dal prosciutto cotto nell'illusione che il piatto preparato sia più leggero. Al contrario, per una versione ipercalorica, si aggiungono anche piccoli pezzetti di soppressata ^_^ 
Nella versione ortodossa ci andrebbe  però polpettine e  mortadella a fette  più o mno sottili a seconda dei gusti o tagliata alla barese (cioè a tocchetti).
3) Il sugo di pomodoro sarebbe meglio fosse ragù di carne a pezzi mista ( agnello, manzo, maiale) o anche il tipico alla barese con le brasciole.

Pasta al forno


Pasta al forno

Ingredienti per una teglia rettangolare di cm 30x20:
500 gr di zitoni
150 gr di mozzarella (di latte vaccino)
50 gr di pecorino romano
80 gr di mortadella
1-2 uova  sode (facoltative)

per il sugo
140 ml di passata di pomodoro oppure 2 barattoli di pelati da 800 ciascuno (per un ragù con carne a pezzi)
5-6 cucchiai di olio extravergine
mezza cipolla (bianca o dorata)
sale q.b.
2 foglie di basilico

per le polpettine
150 di polpa di vitello tritata
150 di polpa di maiale tritata
1 uovo
1 fetta di pane casereccio rafferma (solo la mollica)
5-6 cucchiai di pecorino romano
1 cuchiaio di pangrattato
mezzo spicchio di aglio tritatissimo
2 dita di vino rosso corposo
prezzemolo q.b.
sale q.b
olio extravergine per friggere.

 Per prima cosa mettere a cuocere le uova  in un pentolino colmo di acqua fredda per farle sode. Dal primo bollore calcolare 7 minuti di cottura, quindi spegnere il fuoco, aggiungere  un po' di acqua fredda e lasciar raffreddare le uova nel pentolino.
Preparare il sugo di pomodoro, facendo sfumare l'olio con mezza cipolla; toglierla e versare in pentola la passata di pomodoro con poca acqua. Salare e lasciar cuocere a fuoco medio-basso per circa un'ora. A fine cottura il sugo che dovrà risultare denso e cremoso; verrà profumato col basilico.
Mentre cuoce il sugo, impastare e friggere le polpettine. 
In una ciotola capiente mettere ad ammollare il pane raffermo, quindi strizzarlo benissimo ed aggiugervi la carne macinata, il sale, l'uovo (crudo), l'aglio e il prezzemolo, il formaggio grattugiato e poco pangrattato. Impastare con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo. Mettere il vino in un piatto, bagnarsi i palmi delle mani e, arrotondando piccoli pezzi di impasto, formare le polpettine, poco più grandi di una nocciola.
A questo punto far scaldare l'olio in una larga padella, adagiarvi le polpettine e farle cuocere in maniera uniforme. Scolarle col mestolo forato e lasciarle insaporire con 2 mestoli abbodanti di sugo caldo, già cotto e leggermente diluito con un cucchiaio di acqua.


Polpettine

Affettare la mozzarella; sgusciare e tagliare l'uovo sodo; spezzare gli zitoni in 3 parti prima di cuocerli in abbondante acqua salata bollente. Scolare la pasta al dente,   circa  3-5 minuti prima della cottura indicata sulla confezione e condirla subito con abbondante sugo di pomodoro, quindi cominciare ad assemblare la pasta al forno in quest'ordine:
1) sporcare il fondo della teglia col sugo
2) fare un primo strato di pasta
3) unire  la metà delle polpettine; la mortadella, la mozzarella  e l'uovo sodo
4) coprire con il sugo e il pecorino grattugiato
5) fare un secondo strato nello stesso modo
6) terminare con la sola pasta, il sugo e il formaggio grattugiato
7) battere vigorosamente la teglia sul piano di lavoro per far assestare i vari ingredienti.

Mettere il tegame in forno caldo in modalita statica, a 200° C e portare a cottura fino alla gratinatura desiderata, quindi, a cottura ultimata, avvolgere la teglia in un pesante canovaccio, oppure utilizzare una tovaglia piegata in 4. Lasciar riposare la pasta al forno almeno per 15-20 minuti prima di servirla, in modo che i sapori si amalgamino alla perfezione.
 Da noi in Puglia si dice che tutti gli ingredienti devono fare l'amore.
 La Pasta al forno è il tipico piatto  domenicale di molte famiglie pugliesi; da gustare in campagna o al mare durante la bella stagione è un piatto unico completo.


Buon inizio settimana,

Ornella

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mercoledì 16 marzo 2016

Zeppola a forma di Paris-Brest | Formatura negli stampi di silicone

 Di Zeppole, i dolci tradizionali di San Giuseppe, ne abbiamo già pubblicate diverse versioni. Qui c'è la ricetta di Annalisa Barbagli, qui quella di Scaturchio, e qui la mia versione eretica al cacao.

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Il loro impasto -come certamente saprete tutti- altro non è che una pasta choux, proprio come  quella del famoso dolce francese Paris-Brest, nato in onore della omonima corsa ciclistica.  Pensato come una grande zeppola a richiamare una ruota di bicicletta; farcito di una crema goduriosissima e ricoperto di mandorle a lamelle, è stato reintepretato dai più blasonati pasticceri francesi a forma di corona composta da piccoli choux, tutti uguali tra loro.
Perchè-mi sono detta- non provare a "nobilitare"  le nostre zeppole preparandole nella stessa forma? ^_^ 
Eheheh..., ma come fare a realizzare i bignè tutti uguali, delle identiche dimensioni se non si è abili pasticceri? Ehm... Ci avevo già provato qui. 
 E invece la dritta giusta arriva da lui...  (e da chi sennò?)  anzi più esattamente dall'accoppiata con la sua "collega" prediletta.  Insomma, per farla breve, ho "fregato"  la loro drittata per poi procedere "ammodomio". ;)
 Per non correre rischi, ho fatto la mia solita pasta bignè, ma potete utilizzare, credo, quella che preferite.
Zeppola a forma di Paris-Brest 


53

Ingredienti:
per la pasta choux
250 ml di acqua
100 gr di burro
un pizzico di sale
1 cucchiaio raso di zucchero
140 gr di farina 00
4 uova medie (circa)

per la crema pasticcera (di Paola Lazzari)
900 ml di latte
6 tuorli d'uovo di grandezza media
12 cucchiai di zucchero
6 cucchiai di Maizena (amido di mais)
 buccia di limone (intera)

per le teglie
una nocciola di burro
una spolverata di farina

per decorare
amarene sciroppate

zucchero a velo

Mettere in un pentolino col manico  l'acqua,  il sale, il burro e lo zucchero e portare a bollore, quindi, dopo aver abbassato la fiamma, in un sol colpo versare tutta la farina, girando vigorosamente con un cucchiaio di legno. Continuare a mescolare per far cuocere il pastello, fino a quando asciugandosi si staccherà dalle pareti del tegame e inizierà a sfrigolare. Ribaltarlo in un piatto, allargarlo un pochino e lasciarlo intiepidire. A questo punto montare il gancio a foglia o frusta a K all'impastatrice, mettere nella ciotala il pastello e cominciare ad incorporare le prime 3 uova, uno alla volta, badando ad aggiungere il successivo, solo quando il precedente sarà stato ben assorbito dall'impasto. Montare il gancio e lavorare l'impasto aggiungendo a cucchiaiate l'ultimo uovo, dopo averlo rotto e sbattuto lievemente in  una ciotola (potrebbe non essere necessario metterlo per intero, anche se a me sono servite 4 uova medie, giuste giuste). Lo stesso impasto si può fare con l'aiuto di un comunissimo robot da cucina, montando le lame di plastica.


Collage

A questo punto con una sàc a poche, con bocchetta liscia, riempire di pasta choux le semisfere di uno stampo in silicone (*) e, aiutandosi con una spatola,  lisciare e compattare la superficie dei bigné.  Porre  lo stampo in congelatore per il tempo necessario a far indurire l'impasto di modo che possa essere sformato con facilità.
 Imburrare leggermente le teglie; assorbire l'eccesso con carta da cucina; spolverare appena di farina (*) e comporre le corone di piccoli choux aiutadosi con un bicchierino messo al centro per ottenere una forma regolare. I bignè dovranno essere posti uno attaccato all'altro, altrimenti in cottura, sviluppandosi in altezza, non si uniranno tra loro. Lasciare la teglia a temperatura ambiente per almeno 15 minuti mentre il forno va in temperatura a 250°C. Infornare abbassando a 220°in modalità statica per circa 15 minuti (fino a farli gonfiare) e successivamente diminuire a 200° per circa 10 minuti+altri 5 in modalità ventilata. Le indicazioni per la cottura sono di massima: ciascuno dovrà conoscere il proprio forno. Valgono comunque le regole generali che abbiamo indicato qui (botta di calore all'inizio in modalità statica, fino a che il bigné gonfia; calore leggermente più basso per la cottura; 5 minuti circa di ventilato o forno sfessurato, per la completa asciugatura).


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Per preparare la crema pasticcera, sbattere i tuorli con sei cucchiai di zucchero senza montarli, incorporarvi poco a poco la maizena senza setacciarla. Aggiungere poco per volta 100 ml di latte FREDDO preso dal totale, mescolando bene fino ad ottenere un composto fluido e  senza grumi. Porre il latte rimanente in un pentolino con i sei cucchiai di zucchero restanti, la buccia di  mezzo limone e portarlo a bollore. Togliere la buccia di limone e fuori dal fuoco versarvi a filo il composto preparato in precedenza, mescolando vigorosamente con una frusta a mano. Rimettere il pentolino sul fornello continuando a mescolare con un cucchiaio di legno o con la frusta, per far addensare la crema e fino al primo bollore. Far raffreddare immediatamente, mettendo la crema in una ciotola, coprendola con pellicola a contatto e immergendo la ciotola in un contenitore con acqua fredda e ghiaccio.
Adesso non resta che farcire i piccoli choux con una siringa da pasticcere e decorare con zucchero a velo, un ciuffetto di crema e qualche amarena sciroppata.

(*)Ho usato uno stampo Pavoni da 24 semisfere di 3 cm. Con l'impasto rimanente ho formato le classiche Zeppole da cuocere al forno, ma anch'esse in uno stampo in silicone Pavoni  da 6 piccoli Savarin e cotte secondo le stesse modalità, allungando sensibilmente i tempi. Il vantaggio evidente è che le zeppoline vengono facilmente tutte delle stesse dimensioni. Vi pare poco?


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(**) Se preferite usare carta forno, imburratela e infarinatela allo stesso modo delle teglie. In tal modo eviterete che il fondo dei bigné sialeggermente bombato e non piatto, come dovrebbe essere.
Alla prossima,


Ornella
Testi ed immagini sono protetti dalla legge sul diritto d'autore n. 633/1941 e successive modifiche. Copyright 2009-2016© Ornella Ammodomio - All Rights Reserved



mercoledì 9 marzo 2016

Gallette sarde|Biscotti da latte buonissimi

Amo fare biscotti... 
Mi piace tantissimo il profumo della vaniglia che si sprigiona in cottura e che profuma tutta la casa per ore e ore.  Mi piace da impazzire quell'odore tipico di buono, di genuino, di fatto in casa, insomma.

Gallette 

A proposito...  voi lo sapete che usando i semini delle bacche di vaniglia negli impasti che vanno cotti ad alte temperature -come per i biscotti- il  tipico buon profumo va a farsi benedire? Nooooooooooooooo??? Bene, prima provate a mettere un pizzico di vanillina purissima (come consiglia Paola che la compra in farmacia) e assaggiateli, poi andate a leggere qui. E pure le tanto bistrattate bustine in vendita nei supermercati... Pensate che siano velenose??? :D Vabbè, lasciamo perdere... 
Certo, negli impasti molli o nelle creme, nei budini, nei gelati, la vanillina  può dare un retrogusto sgradevole, ma nei biscotti, nelle frolle, proprio no. E a maggior ragione, a mio parere, se si usa l'ammoniaca come agente lievitante. Lo sapete, vero, che l'ammoniaca per dolci  non è un lievito naturale, ma chimico?  Il suo più grande pregio è che evapora completamente in cottura. Però che odoraccio sviluppa.
Allora, in conclusione, lasciate da parte la prevenzione, tralasciando anche le chiacchiere in libertà dei soliti gastofighetti e provate queste meravigliose Gallette sarde. 
La ricetta, di cui se ne conoscono varie versioni, è antica, tradizionale che più non si può.  
Ah, dimenticavo... 
Fate una ricerca: tutti raccomandano per questo impasto di usare lo strutto, oppure, al limite, la margarina (!!!)  ^_^ e non il burro che darebbe un risultato molto differente. Essendomi attenuta quasi scrupolosamente alla ricetta della suocera di Maria Papalia, sinceramente non so quanto questa affermazione risponda al vero. Potrebbe essere...
Comeunque volete sapere come sono questi biscotti? Chevelodicoaffa'? Buoni, buoni, buoni, croccanti, inzupposi e -se fatti a forma di fiore come nel nuorese-  sono pure petalosi. :D


Gallette

Allora, eccovi la ricetta così come me l'ha data Maria, che ringrazio di cuore ancora una volta, e di seguito l'intepretazione "ammodomio".
"Questa è la ricetta che mi ha lasciato mia suocera
6 uova
375 g latte
200 strutto morbido
500 zucchero
Vaniglia 
Buccia di 2 limoni gratt.
30g ammoniaca per dolci
1 kg. di farina 00
Fare la fontana, versare gli ingredienti al centro, fare tipo frolla.
Stendere subito e formare
spennellare di albume e capovolgere nello zucchero semolato 
Poi forno 15'.
Ciao, Maria"

Gallette sarde


Gallette

 Ingredienti:
500 gr di farina 00 + poca per lo spolvero
200  gr zucchero semolato + quello per lo spolvero
100 gr strutto morbido
2 uova intere+1 tuorlo+1 albume (da spennellare sui biscotti)
130 g latte (circa un bicchiere)

13 gr ammoniaca per dolci

buccia di 1 limone grattugiata finissima

un pizzico di Vanillina purissima (da comprare in farmacia) oppure mezza bustina di quella comune (reperibile nei supermercati)



 l'ammoniaca.
Conservati nelle solite scatole di latta si mantengono fragranti per giorni e giorni.


Gallette sarde

(*) Come dice giustamente Maria, anche la forma ha la sua importanza. Lo stampino  adatto per questi biscotti sardi dovrebbe essere lungo 10-12 cm con i bordi stondati.

 Alla prossima,

Ornella

Testi ed immagini sono protetti dalla legge sul diritto d'autore n. 633/1941 e successive modifiche. Copyright 2009-2016© Ornella Ammodomio - All Rights Reserved





Gallette sarde|Biscotti da latte buonissimi

Amo fare biscotti... 
Mi piace tantissimo il profumo della vaniglia che si sprigiona in cottura e che profuma tutta la casa per ore e ore.  Mi piace da impazzire quell'odore tipico di buono, di genuino, di fatto in casa, insomma.

Gallette 

A proposito...  voi lo sapete che usando i semini delle bacche di vaniglia negli impasti che vanno cotti ad alte temperature -come per i biscotti- il  tipico buon profumo va a farsi benedire? Nooooooooooooooo??? Bene, prima provate a mettere un pizzico di vanillina purissima (come consiglia Paola che la compra in farmacia) e assaggiateli, poi andate a leggere qui. E pure le tanto bistrattate bustine in vendita nei supermercati... Pensate che siano velenose??? :D Vabbè, lasciamo perdere... 
Certo, negli impasti molli o nelle creme, nei budini, nei gelati, la vanillina  può dare un retrogusto sgradevole, ma nei biscotti, nelle frolle, proprio no. E a maggior ragione, a mio parere, se si usa l'ammoniaca come agente lievitante. Lo sapete, vero, che l'ammoniaca per dolci  non è un lievito naturale, ma chimico?  Il suo più grande pregio è che evapora completamente in cottura. Però che odoraccio sviluppa.
Allora, in conclusione, lasciate da parte la prevenzione, tralasciando anche le chiacchiere in libertà dei soliti gastofighetti e provate queste meravigliose Gallette sarde. 
La ricetta, di cui se ne conoscono varie versioni, è antica, tradizionale che più non si può.  
Ah, dimenticavo... 
Fate una ricerca: tutti raccomandano per questo impasto di usare lo strutto, oppure, al limite, la margarina (!!!)  ^_^ e non il burro che darebbe un risultato molto differente. Essendomi attenuta quasi scrupolosamente alla ricetta della suocera di Maria Papalia, sinceramente non so quanto questa affermazione risponda al vero. Potrebbe essere...
Comeunque volete sapere come sono questi biscotti? Chevelodicoaffa'? Buoni, buoni, buoni, croccanti, inzupposi e -se fatti a forma di fiore come nel nuorese-  sono pure petalosi. :D


Gallette

Allora, eccovi la ricetta così come me l'ha data Maria, che ringrazio di cuore ancora una volta, e di seguito l'intepretazione "ammodomio".
"Questa è la ricetta che mi ha lasciato mia suocera
6 uova
375 g latte
200 strutto morbido
500 zucchero
Vaniglia 
Buccia di 2 limoni gratt.
30g ammoniaca per dolci
1 kg. di farina 00
Fare la fontana, versare gli ingredienti al centro, fare tipo frolla.
Stendere subito e formare
spennellare di albume e capovolgere nello zucchero semolato 
Poi forno 15'.
Ciao, Maria"

Gallette sarde


Gallette

 Ingredienti:
500 gr di farina 00 + poca per lo spolvero
200  gr zucchero semolato + quello per lo spolvero
100 gr strutto morbido
2 uova intere+1 tuorlo+1 albume (da spennellare sui biscotti)
130 g latte (circa un bicchiere)


buccia di 1 limone grattugiata finissima

un pizzico di Vanillina purissima (da comprare in farmacia) oppure mezza bustina di quella comune (reperibile nei supermercati)



Ho lavorato l'impasto nel robot da cucina, montando le lame e secondo l'ordine di inserimento degli ingredienti come di seguito.
 Prima la farina con la vanillina e con lo strutto, poi lo zucchero mescolato precedentemente alle  le uova e al tuorlo. Ho sciolto l'ammoniaca in  metà del latte preso dal totale e l'ho aggiunta; infine il latte rimasto a filo ( regolatevi a occhio se serve tutto) e la buccia di limone grattugiata finissima.
Ho ribaltato l'impasto sulla spianatoia leggerente infarinata e l'ho steso col matterello ad uno spessore di circa mezzo centimetro, quindi, aiutadomi con un piccolo stampo da miniplumcake, ho formato i biscotti.(*) Li ho spennellati con l'albume  mescolato con una forchetta e subito dopo li ho capovolti sullo zucchero semolato messo in un piatto. A questo punto ho sistemato i biscotti su una placca ricoperta di carta-forno, ben distanziandoli tra loro e lo ho infornati a forno caldo a 170°C per circa 20 minuti. Negli ultimi 5 minuto di cottura ho sfessurato il forno col manico di un cucchiaio di legno per lasciare evaporare completamente l'ammoniaca.
Conservati nelle solite scatole di latta si mantengono fragranti per giorni e giorni.


Gallette sarde

(*) Come dice giustamente Maria, anche la forma ha la sua importanza. Lo stampino  adatto per questi biscotti sardi dovrebbe essere lungo 10-12 cm con i bordi stondati.

 Alla prossima,

Ornella

Testi ed immagini sono protetti dalla legge sul diritto d'autore n. 633/1941 e successive modifiche. Copyright 2009-2016© Ornella Ammodomio - All Rights Reserved





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